Articolo di Sara Barone
ll sistema previdenziale del nostro Paese è sempre stato oggetto di domanda più o meno specifica da parte dei contribuenti e lavoratori italiani, che spesso non hanno ben chiare le regole e i metodi con cui esso opera.
Tra i quesiti e dubbi più frequenti, dunque, troviamo in particolare quelli che riguardano dipendenti o lavoratori autonomi che non abbiano accumulato una somma ingente di contributi e che quindi, al momento della fine del lavoro o anche prima, non sanno cosa succederà alle proprie tasche.
È dunque di fondamentale importanza tener presente che, nell’attuale sistema di pensionamento italiano, ogni singolo cittadino ha diritto alla pensione di vecchiaia avendo versato contributi per almeno 20 anni.
La domanda viene dunque posta qualora non ci si ritrovasse in questa situazione.
Esistono delle alternative?
La risposta è positiva.
Esistono sicuramente altre formule che permettono al lavoratore di andare in pensione pur non avendo accumulato una cifra ingente di contributi. Formule che possono riguardare la pensione di reversibilità, ad esempio, come anche la possibilità di versare un minimo di contributi presso le casse e Fondi autonomi (es. Fondo Casalinghe) o l’assegno sociale per le famiglie più fragili.
Assegno sociale
Per coloro i quali non abbiano mai versato contributi, la legge attuale permette la ricezione di una quota pensionistica nominata ‘assegno sociale’, prevista anche per chi, pur avendo versato qualcosa, ciò non è abbastanza ai fini dell’ottenimento della totale somma.
I requisiti per l’assegno sociale sono:
- Residenza in Italia da almeno 10 anni
- Almeno 67 anni di età
- Reddito massimo di 6.085,43 euro (12.170,86 euro nel caso di persone coniugate)
Pensione casalinghe
I requisiti sono i medesimi dell’assegno sociale, ma la pensione casalinghe riguarda specificamente le donne (o anche uomini) che non lavorano. Bisogna però che esse si siano iscritte al Fondo Casalinghe ed abbiano versato autonomamente contributi con circa 310 euro l’anno.
La Pensione Casalinghe si otterrà al raggiungimento di almeno 5 anni di contributi così autofinanziati.
Quest’ultima può essere considerata anche come alternativa a una pensione di inabilità (per chi abbia una invalidità accertata) o una pensione di vecchiaia (nel caso si superino i 57 anni)
Esistono ulteriori possibilità di ottenimento di una quota pensionistica, pur avendo versato meno di 20 anni di contributi.